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Torino

Tentato suicidio in carcere, il boss di Japigia salvato dalla Polizia Penitenziaria

Il 71enne Eugenio Palermiti, arrestato nell’inchiesta “Codice Interno”, ha cercato di togliersi la vita con una traversa del letto

Una cella

Una cella - archivio

TORINO - Eugenio Palermiti, 71 anni, noto come uno dei capi storici del quartiere Japigia di Bari, avrebbe tentato di togliersi la vita all’interno di una sezione sanitaria dell’istituto penitenziario di Torino. L’uomo avrebbe cercato di impiccarsi utilizzando una traversa del letto, ma l’intervento tempestivo degli agenti della Polizia penitenziaria ha evitato il peggio, consentendo di salvargli la vita.

Palermiti, detenuto da tempo e afflitto da gravi problemi di salute, si trova nel carcere piemontese dal febbraio 2024, quando fu arrestato nell’ambito dell’inchiesta “Codice Interno”, condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Bari. L’indagine aveva svelato una rete di rapporti tra criminalità organizzata, politica e imprenditoria nel capoluogo pugliese in relazione alle elezioni del 2019.

Il boss è attualmente condannato a 11 anni di reclusione ed è considerato dalla Dda uno dei promotori del clan Parisi-Palermiti, da anni attivo nella gestione di traffici illeciti e nel controllo del territorio barese.

Anche il nipote del boss, Eugenio Palermiti junior, 21 anni, si trova in carcere. Il giovane è coinvolto nell’inchiesta relativa alla tragica sparatoria avvenuta il 22 settembre 2024 nella discoteca Bahia di Molfetta, dove perse la vita la 19enne Antonella Lopez. Secondo le indagini, il proiettile che uccise la ragazza era destinato proprio a lui, ma colpì la giovane per errore.

L’episodio nel penitenziario di Torino riporta l’attenzione sulle condizioni di salute e di detenzione dei capi storici della criminalità pugliese, molti dei quali, come Palermiti, scontano condanne pesanti in istituti di massima sicurezza lontani dalla Puglia.

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