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L'intervento

Barachini: “Serve un fronte comune per difendere l’informazione di qualità dagli OTT e dall’intelligenza artificiale”

Al convegno de Il Sole 24 Ore per i 160 anni del quotidiano, il sottosegretario all’Editoria denuncia la concorrenza sleale delle piattaforme digitali e annuncia nuove misure per tutelare il giornalismo, il copyright e la veridicità dei contenuti online

Alberto Barachini

Alberto Barachini

ROMA - Il mondo dell’informazione vive una fase di trasformazione profonda, segnata da nuove sfide tecnologiche e dalla perdita di fiducia nelle fonti tradizionali. Lo ha sottolineato Alberto Barachini, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Informazione e all’Editoria, intervenendo al convegno “L’evoluzione dei media d’informazione”, organizzato da Il Sole 24 Ore a Roma in occasione del 160° anniversario del quotidiano economico.

Là dove cresce la ricerca di informazioni sui social, diminuisce quella sui siti degli editori – ha spiegato Barachini –. Si tende sempre più verso una pillola di informazione, spesso non verificata, e questo riduce la qualità dell’informazione stessa. Viviamo un’epoca in cui la distribuzione conta più di chi produce il contenuto, e questo è un pericolo per la democrazia”.

Il sottosegretario ha illustrato le azioni messe in campo dal governo per sostenere il settore, ricordando la riforma del sistema di contributi alle agenzie di stampa e le misure per il rilancio dell’editoria locale, comprese le edicole, che definisce “un presidio essenziale contro la desertificazione del rapporto tra cittadini e notizie”.

Tra gli interventi più significativi, Barachini ha citato le iniziative per l’assunzione di giovani under 36 con competenze digitali, e la collaborazione con esperti come padre Benanti nella commissione sull’intelligenza artificiale. “Abbiamo introdotto una nuova fattispecie di reato per i deepfake, punibile con pene da 1 a 5 anni, e rafforzato la tutela del diritto d’autore, che rappresenta la base economica dell’intero sistema editoriale”, ha dichiarato.

Sul fronte europeo, Barachini ha espresso apprezzamento per la proposta della presidente Ursula von der Leyen di un sostegno comunitario all’informazione, sottolineando che “l’Europa deve far valere il proprio peso normativo e democratico nei confronti delle grandi piattaforme internazionali”.

Il sottosegretario ha poi richiamato l’attenzione sulla diffusione di contenuti generati dall’intelligenza artificiale: “Solo 8 utenti su 100 vanno oltre la prima sintesi fornita dagli algoritmi. La maggior parte si ferma a poche righe non verificate, spesso composte da materiale raccolto online senza fonti attendibili. È il segno di un’era in cui l’apparenza del vero sostituisce la verità documentata”.

Barachini ha anche ribadito la necessità di affrontare il tema della concorrenza non leale da parte degli OTT, le grandi imprese digitali che distribuiscono contenuti ma non sono soggette agli stessi obblighi degli editori. “Una sentenza della Corte Costituzionale americana li ha definiti distributori, non produttori di contenuti. Questo crea una distorsione profonda, perché non hanno le stesse responsabilità etiche e fiscali di chi fa informazione in modo professionale”.

Nel suo intervento conclusivo, Barachini ha ricordato che “ci vogliono dieci anni per costruire una reputazione e un minuto per perderla”, richiamando l’importanza della credibilità e della verifica delle fonti come fondamento del giornalismo. “Dobbiamo creare un terreno di gioco equo, un level playing field tra editoria tradizionale e piattaforme digitali. Per questo – ha aggiunto – il codice etico sull’uso dell’intelligenza artificiale e il documento sull’educazione finanziaria sottoscritti a Trento rappresentano strumenti concreti per difendere l’informazione di qualità”.

Il sottosegretario ha infine ribadito che la sfida non è solo tecnologica, ma culturale: “Occorre educare i cittadini a riconoscere l’informazione affidabile e a non accontentarsi della velocità. Solo così si può tutelare davvero il diritto a essere informati”.

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