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L'analisi

Il campo largo che si restringe: il monito delle Marche e il segnale della Calabria

Dopo la sconfitta la scorsa settimana ecco il distacco di oltre 20 punti in Calabria: la sinistra deve interrogarsi sul proprio futuro mentre attende i test di Toscana, Campania e Puglia

Urna elettorale

Urna elettorale

Da Toscana, Campania e Puglia potrebbero arrivare risultati migliori ma intanto la sconfitta nelle Marche trova una drammatica conferma in Calabria: oltre venti punti di distacco! La sinistra non riesce a venire fuori da una condizione minoritaria perché si rifiuta di prendere atto delle opinioni degli elettori, quella minoritaria che si reca ancora alle urna, e quella maggioritaria che si rifiuta di farlo.

L’estremismo, come il voto delle Marche ha dimostrato, è ormai la cifra identitaria della ineludibilità numerica, che tuttavia esprime un campo ormai ristretto e angusto. Il Pd non esprime una posizione intercambiabile con quella dei suoi alleati e il campo invece di allargarsi, al massimo, riesce ad esprimere travasi. Il contributo negativo maggiore lo dà il crollo del M5S, che il Pd in parte recupera non riuscendo a colmare il pesante divario di otto punti percentuali. Una redistribuzione di voti all’interno dello stesso perimetro che non si allarga e spesso perde consensi, irritando una porzione maggioritaria di elettori e lasciando sul campo vittime illustri.

Qui non faremo i nomi dei cosiddetti trombati perché abbiamo rispetto delle persone che masticano amaro, sia pure con stile, delle loro sconfitte.

Quei top player intesi come la Madonna di Lourdes, capaci di fare miracoli, hanno coltivato attese, speranze e illusioni che stanno andando in frantumi.

Un dato emerge in maniera incontestabile. Il rinnovamento che si è voluto incarnare non viene percepito e spesso sconfessato dai suoi stessi elettori. Quelli educati a guadagnarsi, si fa per dire, un posto blindato nei listini, quando devono fare i conti con il voto di preferenza restano a terra, anche quando scelgono di farsi regole ad hoc per candidarsi e avere chance di essere eletti, escludendo dalle liste quelli che hanno sempre macinato preferenze.

Il Pd, rinunciando alla collaudata macchina acchiappa-voti, emulo del Gattopardo, cambia tutto per restare sempre uguale a se stesso. Aspettiamo di vedere come andrà in Toscana, Campania e in Puglia dove si prevede una possibile rimonta utile a conseguire un auspicabile pareggio, sempreché il distacco sia significativo.

Chi vince festeggia, chi perde spiega, almeno un tempo eravamo abituati a farlo, attraverso quella che si definiva analisi del voto. Ma oggi le analisi si preferisce non farle come quei pazienti che si illudono di star bene rifiutando di recarsi in laboratorio a fare i prelievi. Insomma, come direbbe quel chirurgo maldestro appena uscito dalla sala operatoria, l’intervento è riuscito perfettamente, ma il paziente è morto...

 Il Camaleonte

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