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Giochi del Mediterraneo 2026

Scontro sui servizi tecnologici: il Governo chiamato a decidere

A pochi mesi dall’evento, il confronto tra Comitato internazionale e Commissario Ferrarese accende le tensioni. In ballo appalti per 5 milioni di euro e il rispetto del Codice dei contratti pubblici

Scontro sui servizi tecnologici: il Governo chiamato a decidere

Giochi del Mediterraneo

TARANTO - A Taranto si consuma uno scontro che ha assunto toni sempre più duri e dal cui esito dipenderà il futuro dell’edizione 2026 dei Giochi del Mediterraneo. Da una parte c’è il Comitato internazionale dei Giochi, guidato da Davide Tizzano – che ricopre anche la carica di presidente della Federazione italiana Canottaggio – dall’altra il Comitato organizzatore guidato dal presidente Massimo Ferrarese – che ricopre anche il ruolo di Commissario Straordinario del governo per la realizzazione delle opere.

Al centro della contesa si colloca il Governo, e in particolare i ministri per lo Sport Andrea Abodi e per le politiche di coesione e PNRR Tommaso Foti, unici soggetti in grado di sciogliere il nodo con una decisione definitiva.

Il confronto avrà un nuovo, delicato passaggio l’8 ottobre, data fissata dal Coni per un vertice straordinario sul tema dell’affidamento dei servizi tecnologici. È questo infatti il punto più controverso della vicenda: il Comitato internazionale punta a imporre le proprie aziende di fiducia per gestire timing e scoring, cyber security, grafica televisiva, produzione tv e streaming, un pacchetto dal valore stimato tra 4 e 5 milioni di euro su un budget complessivo che supera i 350 milioni di euro. Un affare rilevante che, secondo gli organizzatori internazionali, giustificherebbe l’affidamento diretto. Ma dal fronte italiano arriva un secco rifiuto.

Da circa 4 mesi Ferrarese e il suo comitato oppongono una resistenza ferma. Il motivo, è presto detto: le norme italiane sui contratti pubblici consentono affidamenti diretti, ma solo per importi fino a 140 mila euro. Oltre questa soglia, come nel caso dei servizi richiesti dal Comitato Internazionale, è necessario indire gare pubbliche. Il Comitato organizzatore di Taranto è tenuto a rispettare le regole del diritto pubblico, diversamente da quanto avviene per i Giochi Olimpici Invernali di Milano-Cortina 2026, in quanto il governo li decretò di diritto privato.

Chi gestisce risorse pubbliche deve poi risponderne alla Corte dei Conti, e questo rende impossibile accettare i diktat del Comitato internazionale. Neppure le minacce, neanche troppo velate, di far saltare l’edizione tarantina a causa di presunti ritardi nella realizzazione degli impianti, sembrano piegare la posizione di Ferrarese. Come più volte ricordato proprio da queste pagine, infatti, il cronoprogramma degli impianti e dei servizi è pienamente rispettato, in linea con gli accordi presi con Governo e Comitato internazionale.

Il dossier è ora nelle mani dell’esecutivo. Una delle ipotesi allo studio sarebbe quella di un decreto che riconosca, come Milano-Cortina, al Comitato italiano lo status di organizzatore privato, aggirando così i vincoli del Codice degli appalti. Ma appare improbabile che una misura del genere venga adottata solo per consentire l’affidamento diretto di 4-5 milioni di euro per i soli servizi tecnologici a fronte di uno stanziamento così ampio quando invece, per tutte le altre opere e servizi, la struttura commissariale e il comitato organizzatore hanno già effettuato regolari gare pubbliche per circa 330 milioni di euro.

Ma, visto che tutte le opere sono in fase di realizzazione, esattamente come da cronoprogramma e sono anche partite le gare di altri servizi importanti come quello per le navi da crociera, per ospitare gli atleti nella città, può veramente saltare un evento così importante per la contrapposizione in atto per degli affidamenti che in totale sommano nemmeno l’1,5% dell’investimento?

Anche nell’ipotesi peggiore, quella dell’annullamento dei Giochi, le opere in corso non verrebbero interrotte. Tutti gli impianti sportivi previsti saranno comunque realizzati, dal momento che le procedure di gara sono già state avviate. Taranto si candida comunque a diventare “città regina dello sport italiano” nei prossimi anni, con un patrimonio di strutture che resterà sul territorio a prescindere dall’esito dello scontro in atto.

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