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Taranto

La nave-cisterna Seasalvia lascia il porto, ma l'Usb conferma: "Nuovo presidio davanti la raffineria"

Il sindacato denuncia la ripartenza della cisterna con greggio verso l’Egitto come un “affronto” e prepara per domani dalle 4.00 un presidio davanti alla raffineria per bloccare ingressi e uscite

Il porto di Taranto

Il porto di Taranto

TARANTO - Dopo la partenza della nave cisterna Seasalvia dal porto di Taranto, l’Unione Sindacale di Base ha diffuso una dura presa di posizione. Il sindacato ha reso noto che l’imbarcazione è ripartita carica di greggio con destinazione Egitto, sottolineando che, a suo avviso, potrebbe trattarsi di una mossa di Eni per attenuare le polemiche e placare le proteste.

Nella nota diffusa subito dopo la partenza, l’Usb definisce la vicenda “un affronto al popolo palestinese” e, allo stesso tempo, un’offesa per la città di Taranto che, secondo il sindacato, “prova a difendere il popolo palestinese e non vuole rendersi complice del suo massacro”.

Proprio in risposta a questo episodio, l’organizzazione sindacale ha annunciato un presidio domani dalle 4.00 davanti alle portinerie della raffineria. L’obiettivo dichiarato è bloccare ingressi e uscite “per quello che è già accaduto, per come è accaduto e perché non accada mai più”.

Il comunicato dell’Usb evidenzia quindi un ulteriore atto di protesta contro la gestione delle forniture e delle destinazioni del greggio, legando la partenza della nave Seasalvia a motivazioni politiche e umanitarie.

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