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Bari
27 Settembre 2025 - 08:19
La manifestazione della Coldiretti Puglia a Bari
BARI - Il grano duro italiano torna al centro del dibattito nazionale con una mobilitazione che ha visto scendere in strada 20mila agricoltori Coldiretti da Bari a Palermo, da Cagliari a Rovigo fino a Firenze. Cori, striscioni e bandiere gialle hanno accompagnato le richieste del mondo agricolo contro i “trafficanti di grano”, per difendere il reddito delle imprese e contrastare pratiche considerate sleali e speculative.
Nel corso della protesta, il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida si è collegato con le piazze e ha incontrato a Palazzo Chigi il presidente e il segretario di Coldiretti Ettore Prandini e Vincenzo Gesmundo, confermando la volontà di accogliere il documento di proposte presentato dall’organizzazione. “Il grano duro italiano – ha dichiarato – non è solo una coltura, ma rappresenta la nostra identità e la nostra sovranità. Per questo già nel 2024 abbiamo stanziato 30 milioni di euro per i contratti di filiera, coprendo oltre 130mila ettari e circa 9mila aziende agricole. Con Coltivaitalia destiniamo 300 milioni di euro per sostenere le filiere cerealicole e rafforzare la sovranità alimentare”.
Tra le misure illustrate dal ministro spiccano l’istituzione della Commissione Unica Nazionale (CUN) sul grano duro dal 1° gennaio 2026, per superare le borse merci locali e garantire trasparenza nella formazione dei prezzi, e il rafforzamento dei controlli alle frontiere per assicurare che il grano importato rispetti gli stessi standard garantiti dagli agricoltori italiani. Lollobrigida ha inoltre annunciato un credito d’imposta da 10 milioni di euro per le imprese di trasformazione che lavorano cereali nazionali con contratti di filiera e l’avvio con il CREA di un piano di ricerca su varietà più produttive e resilienti, con attenzione a tecniche innovative come le TEA e l’irrigazione di precisione.
Soddisfazione è stata espressa da Coldiretti, che ha accolto positivamente l’impegno del ministro e l’annuncio della pubblicazione, già da lunedì, dei costi medi di produzione Ismea per il Sud e per il Centro-Nord. “Uno strumento essenziale per dare certezze e rafforzare i controlli contro le pratiche sleali” ha commentato l’organizzazione, precisando però che “i costi di produzione non possono coincidere con il prezzo” e che “serve garantire un margine adeguato agli agricoltori per evitare il rischio di chiusura delle aziende e tutelare il Made in Italy”.
Coldiretti ha accolto con favore anche la disponibilità del governo a destinare 40 milioni di euro ai contratti di filiera, ritenuti lo strumento più concreto per dare stabilità e reddito agli agricoltori e coinvolgere anche l’industria della pasta in un impegno condiviso sulla qualità e la trasparenza.
Le piazze hanno rilanciato inoltre altri punti del documento, dal blocco delle importazioni sleali – considerate inaccettabili quando si tratta di grani trattati con sostanze vietate nell’Unione europea come il glifosate, provenienti da Paesi come Canada, Turchia o Russia – al principio della reciprocità delle regole, fino alla richiesta di un obbligo europeo sull’indicazione dell’origine del grano sulla pasta, misura già ottenuta in Italia grazie alla pressione di Coldiretti.
Giovani, famiglie e intere comunità agricole hanno ribadito in strada anche la necessità di investimenti in ricerca, innovazione e stoccaggi strategici, per migliorare la gestione dell’acqua, garantire riserve alimentari e mettere il settore al riparo da speculazioni e crisi geopolitiche. Una mobilitazione che ha mostrato insieme rabbia e determinazione a difendere un comparto che per Coldiretti rappresenta “territorio, cultura e sovranità”.
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