Cgil: a Taranto lavoro nero e sfruttamento nei villaggi

TARANTO - Il settore turistico continua a rivelare ombre pesanti a Taranto. Daniele Simon, segretario generale della Filcams Cgil provinciale, ha denunciato la diffusione di lavoro nero e lavoro grigio, con contratti part time che celano in realtà impieghi da 10 o 15 ore giornaliere, privi di tutele minime in termini di igiene e sicurezza. Le sue parole sono state pronunciate durante la tappa cittadina del Van dei Diritti, la campagna nazionale itinerante del sindacato.

La mobilitazione ha raccolto testimonianze dirette di lavoratori stagionali impiegati nei villaggi turistici e nelle strutture ricettive. Sono emerse storie di bagnini costretti a turni estenuanti senza dispositivi di protezione, animatori alloggiati in stanze prive di finestre e contratti promessi ma mai consegnati. Una condizione che, secondo il sindacato, rende la precarietà una regola consolidata, a scapito non solo dei lavoratori ma anche degli imprenditori corretti.

«Bassi salari e contratti collettivi ignorati sono ormai una costante che penalizza l’intera società e soprattutto i giovani», ha ribadito Simon. Un quadro aggravato dai dati diffusi dalla stessa organizzazione: in Puglia chi lavora nel turismo guadagna mediamente 60 euro lordi al giorno, a fronte di una media nazionale di 96 euro.

Per il sindacato, questa forbice non può essere considerata un percorso di crescita. «Questo non è lavoro, questo non è sviluppo», ha sottolineato Simon, indicando nell’informazione e nella consapevolezza dei lavoratori il primo passo verso un cambiamento reale e duraturo.