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Taranto

La scarpata del Lungomare: obiettivo rinascita

Ne parla il presidente di Wwf Taranto, Giovanni De Vincentis, interpellato dal Comune assieme a Legambiente per le nuove piantumazioni

Lungomare

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"Cosa mi ha più colpito nel corso dei sopralluoghi alla scarpata? La grande quantità di rifiuti (soprattutto bottiglie di birra) disseminata fra la vegetazione cresciuta indiscriminatamente in tutti questi anni e spesso non visibile dall'alto".

Ne parla Giovanni De Vincentis, presidente di Wwf Taranto, l'associazione interpellata assieme alla locale Legambiente per una consulenza sulle modalità di piantumazione della scarpata del lungomare, interessata da qualche mese, a cura del Comune, a interventi di consolidamento e di riqualificazione. "Ovviamente  non siamo per l'estirpazione completa delle piante esistenti, come purtroppo verificatosi nella prima parte dell'affaccio con la precedente amministrazione, che non ha ritenuto opportuno consultarci – dice – Infatti abbiamo chiesto di lasciare indenni, dopo opportune potature, quelle specie vegetali che, ben radicate, trattengono il terreno impedendo di franare. Viceversa, abbiamo consigliato di sradicare quegli alberi le cui radici si sviluppano solo superficialmente, motivo per il quale il tronco non ha sufficiente stabilità e  può crollare, mettendo a rischio l'incolumità dei frequentatori del vialetto a mezza costa". Il riferimento è in particolare per i pini, poco adatti al sito in pendenza e tendenti a incurvarsi fino a cadere: questi ultimi sono destinati a essere sradicati e, se non di ragguardevoli dimensioni, possibilmente messi a dimora in altri giardini della città.

"Abbiamo chiesto inoltre di far piazza pulita degli arbusti che, cresciuti senza alcun intervento di potatura, hanno raggiunto altezze tali da impedire, in più punti, la spettacolare veduta della rada di Mar Grande  – aggiunge De Vincentis – Va inoltre evidenziato che queste piante sviluppatesi in modo così disordinato costituiscono un improvvisato rifugio per diversi senza fissa dimora, alcuni dei quali non proprio di indole pacifica e dediti talvolta a traffici illeciti: la loro presenza è testimoniata da sacchi a pelo, materassini, coperte e vestiario, oltre a sacchi di immondizia, bottiglie di birra e feci disseminati nei pressi di questi ricoveri improvvisati".

Il presidente di Wwf Taranto insiste sulla necessità di preservare le specie autoctone, come oleandri e agavi sisalane soprattutto, assieme a piante di corbezzoli e di lentisco, che non necessitano di cure speciali, se non quelle strettamente necessarie; queste (ci viene spiegato) ben si prestano a trattenere il terreno e sono di buon impatto dal punto di vista estetico.

"Insomma – conclude Giovanni De Vincentis  se il Comune accoglierà e metterà in pratica i nostri suggerimenti, la scarpata del lungomare potrà tornare a essere una delle aree verdi più significative della città, da cui finalmente si potrà godere appieno della vista del mare, finora occultato".

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