Sparatoria ai Tamburi, eseguite le autopsie su Nigro e Caforio: indaga la Dda di Lecce

TARANTO - Sono stati eseguiti ieri pomeriggio presso l’obitorio dell’ospedale Santissima Annunziata gli esami autoptici sui corpi di Carmelo Nigro e Pietro Caforio, entrambi deceduti in seguito alla sparatoria avvenuta il 16 luglio in via Macchiavelli, nel cuore del quartiere Tamburi.

Le autopsie, affidate al professor Francesco Introna, puntano a chiarire con precisione la dinamica dell’agguato armato che ha insanguinato una delle zone più delicate della città. Secondo una prima ricostruzione, Nigro sarebbe stato raggiunto da colpi al torace e alla testa, spirando pochi istanti dopo il conflitto a fuoco.

Per la sua uccisione è indagato Michele Caforio, fratello di Pietro, che si trova attualmente detenuto nel carcere di Taranto. Secondo quanto emerso nel corso dell’interrogatorio di convalida del fermo, l’uomo avrebbe confessato di aver sparato a Nigro dopo aver visto il fratello gravemente ferito, impugnando l’arma che gli sarebbe stata sottratta proprio alla vittima. Pietro Caforio è morto il 19 luglio, poche ore dopo che Michele compariva davanti al GIP.

Le indagini sono ora nelle mani della Direzione distrettuale antimafia di Lecce, che ha assunto il coordinamento dell’inchiesta per accertare il contesto e le eventuali motivazioni alla base della violenta escalation. Non si esclude alcuna pista, compresa quella di un regolamento di conti o di vecchie ruggini interne a gruppi criminali locali.

Nel conflitto a fuoco sono rimaste ferite altre due persone: Michael Pio Nigro, figlio di Carmelo, e Vincenzo Fago, coinvolti a vario titolo nella drammatica sequenza di spari. Le loro condizioni non destano al momento preoccupazione, ma saranno ascoltati dagli inquirenti per ricostruire ogni dettaglio di quella che si profila come una vera e propria esecuzione.