Secondo la ricostruzione effettuata dai carabinieri, coordinati dal pubblico ministero Giovanni Calamita, la vittima e Molinari si conoscevano da circa sei mesi. Quel giorno, i due si sarebbero dati appuntamento nell’abitazione del giovane straniero con la scusa di incontrarsi per un caffè. In realtà, Molinari si è presentato insieme agli altri due uomini, e lì sarebbe scattata la violenza.
L’agguato si è consumato tra le mura domestiche della vittima, presa a calci e pugni con ferocia dai tre aggressori, che poi avrebbero tentato di bruciarlo vivo. Lo hanno immobilizzato, cospargendolo di benzina e cercando di innescare le fiamme con un accendino. Il tentativo è fallito solo perché il ragazzo, con uno sforzo disperato, è riuscito a liberarsi e fuggire, trovando il coraggio di denunciare tutto ai carabinieri nonostante le pesanti minacce di morte ricevute, soprattutto da Molinari.
Nel racconto reso agli inquirenti, la vittima ha riferito che proprio durante il pestaggio Molinari gli avrebbe rinfacciato i messaggi rivolti alla sua ex, definendoli intollerabili. Un particolare che confermerebbe il movente dell’aggressione, di chiaro stampo personale e vendicativo.
L’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata firmata dalla giudice per le indagini preliminari Antonella Cafagna, che ha accolto la richiesta della Procura, ravvisando il pericolo di reiterazione del reato e la gravità delle condotte. Le indagini proseguono per chiarire ogni dettaglio di questa vicenda.