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Il caso

Sanità pugliese sotto assedio, i tecnici sanitari alzano la voce: "Basta invisibilità e aggressioni"

L’Ordine interprovinciale TSRM e PSTRP denuncia l’escalation di violenze e chiede pari dignità per tutte le professioni sanitarie: “Servono tutele e rispetto, non solo per medici e infermieri”

Domenico Avezzano

Domenico Avezzano

BARI - Il diritto alla sicurezza sul lavoro deve valere per ogni operatore della sanità, nessuno escluso. È questo il messaggio lanciato dall’Ordine dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e delle Professioni Sanitarie Tecniche della Riabilitazione e della Prevenzione delle province di Bari, Taranto e Barletta-Andria-Trani, in occasione della Giornata nazionale contro la violenza nei confronti del personale sanitario e socio-sanitario.

Gli episodi di aggressioni, verbali e fisiche, ai danni degli operatori sanitari continuano ad aumentare anche in Puglia, dove il 2024 ha già registrato numeri allarmanti. Non si tratta più solo dei Pronto Soccorso, ma di una minaccia che si estende in ogni contesto assistenziale, colpendo figure troppo spesso dimenticate: dai tecnici di radiologia e laboratorio ai fisioterapisti, dalle ostetriche agli assistenti sanitari.

“È inaccettabile che le campagne contro la violenza si rivolgano solo a medici e infermieri, ignorando decine di migliaia di professionisti che condividono gli stessi rischi”, denuncia Domenico Avezzano, presidente dell’Ordine TSRM e PSTRP. Un riferimento diretto è rivolto alla recente campagna promossa dalla Regione Puglia, intitolata “La violenza su medici e infermieri minaccia la salute di tutti”. Una scelta comunicativa che, secondo l’Ordine, esclude e marginalizza una parte fondamentale del personale sanitario.

Chiediamo un cambio di passo, culturale e istituzionale”, insiste Avezzano. “La formula corretta da usare è 'operatori sanitari e socio-sanitari', così da includere tutti coloro che ogni giorno garantiscono cure, assistenza, prevenzione e riabilitazione”.

L’Ordine punta il dito anche contro l’assenza di adeguate misure di protezione e valorizzazione delle professioni sanitarie meno visibili, ma indispensabili all’interno del sistema sanitario regionale. “Solo attraverso una corretta informazione e il pieno riconoscimento delle competenze di ciascun operatore si può costruire un clima di fiducia tra cittadini e personale sanitario, riducendo tensioni e rischi”, aggiunge il presidente.

Infine, l'appello si rivolge alle istituzioni locali e nazionali, alle Regioni e agli enti preposti: “Serve un linguaggio inclusivo e misure concrete. La sicurezza non può essere un privilegio di pochi, ma un diritto per tutti”.

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