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Il fatto

Indotto ex Ilva, l'incubo del 16 marzo tiene tutti con il fiato sospeso

E' la data in cui dovranno essere onorati i contributi previdenziali, finanziari e Iva

L'ex Ilva

L'ex Ilva ora Acciaierie d'Italia

«Aigi (l'aqssociazione che raggruppa le imprese dell'indotto ex Ilva, ndr) ripone fiducia nel lavoro che Governo, Sace e commissari straordinari di Acciaierie d’Italia in As stanno svolgendo al fine di trovare una soluzione che riguarda l’intricata questione dei crediti maturati dalle aziende dell’indotto. Risoluzione che consentirebbe la continuità aziendale delle aziende dell’appalto strategico di ex Ilva e il rilancio produttivo dello stabilimento siderurgico».

E' quanto si legge nella nota diffusa dalla stessa associazione. 

«L’ approvazione degli emendamenti - prosegue la nota - a modifica, anche se parziale, del decreto ne è la prova. All’indomani del vertice convocato in prefettura a Genova alla presenza del Ministro Adolfo Urso al quale ha partecipato il presidente Fabio Greco, Aigi attende, come da accordi, la convocazione nelle prossime ore di un tavolo tecnico con Sace, i tecnici del Governo, Ifis, istituti bancari, i commissari e la Regione Puglia, al fine di condividere una soluzione che possa consentire alle aziende di attuare la cessione in pro soluto dei crediti agli istituti bancari con la garanzia del gruppo assicurativo finanziario controllato dal Mi.Mi.T. così come previsto dal dl 9/24 già approvato dal Senato.

Ad oggi la situazione è molto grave. Imprese e  lavoratori non sono nelle condizioni di andare avanti dopo due mesi di fermo. Non era mai accaduto.

Le aziende sono ferme perché non vengono ristorate ma comunque non si comprende come- in assenza di  materie prime e programmazione delle attività-  potrebbero essere garantiti ordini che consentirebbero  alle aziende di riprendere a lavorare.

Intanto, la cassa integrazione richiesta per i 2600 lavoratori non è stata ancora approvata dall’Inps in attesa che il decreto diventi operativo mentre stanno per arrivare le scadenze di giorno 16, tra una settimana, data entro la quale vanno onorati contributi previdenziali, finanziari e iva.

La conseguenza sarà che aziende che non risulteranno in regola con il Durc non potranno partecipare ad eventuali gare d’appalto che consentirebbero la diversificazione produttiva.

È più che evidente ora più che mai l’assenza di prospettive.

Aigi,  dopo aver interloquito con Sace che ha riconfermato l’impegno e garantito entro i prossimi giorni di portare all’attenzione una soluzione fattiva, ha convocato d’urgenza la propria task force con il pool di tecnici.

È stata  deliberata una nuova proposta che contiene soluzioni che consentirebbero di ristorare i crediti pregressi  e far riprendere le attività garantendo la ripresa della produzione tanto annunciata».

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