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Il caso

Tassa Salvasport, in arrivo la decisione del Tar sul prelievo sulla raccolta da scommesse

La vicenda del prelievo dello 0,5% sulla raccolta delle scommesse

Giustizia

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È attesa per questi giorni la decisione del Tar del Lazio in merito alla c.d. Tassa Salvasport, il provvedimento con cui l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha introdotto nel nostro ordinamento un prelievo dello 0,5% sulla raccolta delle scommesse.

Ricordiamo come l’ADM avesse fissato un limite di versamento pari a 40 milioni di euro per il 2020 e pari a 50 milioni di euro per il 2021. Tuttavia, la Ragioneria di Stato e la Corte dei Conti hanno poi dichiarato come tale limite non fosse in realtà così rigidamente esistente, considerato che l’aliquota dello 0,5% doveva essere applicata anche in caso di superamento di tali importi.

A seconda della decisione assunta dal Tar, le cose potrebbero cambiare radicalmente per i concessionari: per gli operatori più grandi, ad esempio, il differenziale da corrispondere potrebbe essere di diversi milioni di euro.

Un dietrofront che ha impattato sui siti scommesse italiani

Per capire che cosa potrebbe accadere ai migliori siti scommesse come quelli citati da www.sitiscommesse.info, è sufficiente fare una piccola cronistoria di questa annosa vicenda.

Tutto parte da quando l’Agenzia delle Dogane, seguendo le indicazioni della Corte dei Conti e della Ragioneria Generale dello Stato, ha dovuto chiedere ai concessionari di scommesse (tutti, compresi i siti scommesse online) gli arretrati del prelievo dello 0,5% sulla raccolta che era stato introdotto dal ministro dello Sport, Vincenzo Sapdafora, durante il lockdown.

La determina del 5 gennaio scorso, firmata dal Direttore generale Minenna in autotutela, come era lecito attendersi, era stata immediatamente impugnata dinanzi ai tribunali amministrativi.

Ricordiamo con questa occasione che il provvedimento puntava a ottenere un introito extra che potesse essere direttamente e unicamente utilizzato per sostenere i lavoratori dello sport di base, fortemente colpiti dalla pandemia da Covid, e prevedesse in origine un contributo complessivo di 40 milioni di euro per il 2020 e di 50 milioni di euro per il 2021.

Tale interpretazione venne originariamente condivisa dall’ADM che, una volta raggiunto il contributo di 50 milioni di euro previsto per il 2021, ha provveduto a interrompere il prelievo, non essendo più dovute somme da accantonare per tutto l’ultimo quadrimestre dello scorso anno. Nell’anno precedente, il 2020, il tetto era invece stato raggiunto a novembre, con la conseguenza che nessuna cifra era stata dovuta a dicembre.

L’impatto di una marcia indietro che continua a far discutere

Fin qui, tutto bene. I problemi sorgono con la marcia indietro ora introdotta con la determina di ADM, in cui – a margine dell’interlocuzione avvenuta con la Ragioneria di Stato - si spiega che “il limite massimo di 40 milioni di euro per l'anno 2020 e 50 milioni di euro per l'anno 2021 non si riferisce alla misura massima delle somme dovute dai soggetti passivi del prelievo bensì alla parte di prelievo destinata ad alimentare il "Fondo per il rilancio del sistema sportivo nazionale".

In altri termini, il prelievo sarebbe dovuto continuare anche una volta raggiunto quel tetto, con solamente una parte girata al Fondo Salvasport Considerato che l’impatto di questa decisione sarebbe particolarmente sgradito per gli operatori, sono fioccate subito le opposizioni. Ma sono lecite o no?

Da un punto di vista meramente giuridico, il prelievo ha una natura fiscale e il termine per richiedere le somme è di 5 anni. Per quanto invece concerne il dubbio se l’ADM possa o meno revocare una propria determina dopo così tanto tempo, si richiama la legge n. 241/1990, secondo cui un atto ritenuto illegittimo può essere annullato d’ufficio entro un tempo ragionevole e comunque al massimo entro 12 mesi. Non è un caso che, considerato che la precedente determina dell’ADM è dell’8 gennaio 2022, i Monopoli si siano affrettati a pubblicare il provvedimento con la marcia indietro proprio a ridosso di tale scadenza.

In conclusione, se – come possibile – verrà confermata la natura della determina, agli operatori non rimarrà altro da fare che contabilizzare tale nuovo importo, impossibilitati peraltro a intervenire su situazioni economiche e patrimoniali che, riferendosi agli scorsi esercizi, sono già state consolidate, con i bilanci già approvati. Vedremo tuttavia, tra pochi giorni, se i giudici amministrativi saranno della stessa opinione o contribuiranno a ripristinare la situazione ex ante.

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