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A Bari

“Non toccateci la salute”, lavoratori e sindacati in piazza

A difesa del sistema sanitario pubblico

Non toccateci la salute

Non toccateci la salute

BARI - Giovedì 15 giugno i sindacati e i cittadini sono scesi in piazza a Bari davanti alla sede della Presidenza della Regione Puglia.

«A Bari siamo con lavoratori e cittadini a difesa del sistema sanitario pubblico e della Salute. Una situazione non più sostenibile per la quale FP CGIL, CISL FP, UIL FPL PUGLIA, FIALS, NURSIND, NURSING UP e INTERSINDACALE MEDICI – UNITI PER LA SANITA’ - spiega il segretario generale della CislFppuglia Aldo Gemma - manifestiamo tutto il nostro dissenso e la grande delusione su una serie di questioni rimaste in sospeso e senza risposta:

• Rifinanziamento del fondo sanitario nazionale
• Piano straordinario delle assunzioni in sanità
• Riorganizzazione del sistema sanitario regionale
• Riorganizzazione del sistema di emergenza urgenza
• Potenziamento della medicina territoriale
• Liste d’attesa e tariffe delle prestazioni aggiuntive
• Piano di riordino della spesa sanitaria
• Sblocco delle assunzioni e degli incarichi di struttura
• Sblocco delle stabilizzazioni
• Sblocco della spesa delle sanità service
• Pagamento del premio covid
• Avvio dei concorsi ex art. 13 “Decreto Bollette”
• Sblocco della contrattazione integrativa
• Preintese riabilitazione ex art. 26

Il diritto alla salute – continua Aldo Gemma- è un principio fondante della Costituzione italiana, è seriamente a rischio. È in atto, da tempo, un processo di destrutturazione del Servizio sanitario pubblico che, di fatto, ha minato la sostenibilità, l’equità e l’accesso alle cure, rendendo marginale rispetto alle politiche nazionali un bene inalienabile come la salute dei cittadini.

Ma oltre a finanziamenti adeguati, non possiamo immaginare una sanità senza una seria riforma che affronti sia l’emergenza ospedaliera che territoriale affermano i sindacati. La crisi degli ospedali non si esaurisce nei Pronto soccorso, unica alternativa alle infinite liste di attesa, sovraffollati di pazienti ma sostenuti da pochi medici e professionisti sanitari allo stremo delle forze. E quella del territorio si manifesta con aree geografiche estese prive di medici di riferimento e di sostegno sociale per pazienti con malattie croniche, spesso non autosufficienti, invalidanti. Queste emergenze, tuttavia, non compaiono tra gli interventi prioritari dell’agenda politica».

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