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Taranto
11 Dicembre 2025 - 16:49
Riflettori sui due fondi di investimento americani che hanno manifestato interesse per la fabbrica tarantina
TARANTO - Alla vigilia della chiusura del termine per le offerte di acquisizione di Acciaierie d’Italia, il fondo statunitense Flacks Group rompe il silenzio e illustra, attraverso un’intervista concessa a Bloomberg e riportata anche da Start Magazine, la propria strategia per il futuro dell’ex Ilva. Una proposta che punta a coniugare rilancio industriale, massicci investimenti e tutela dell’occupazione, nel momento in cui il governo è chiamato a valutare la successione industriale di uno dei siti produttivi più complessi del Paese.
Il fondatore Michael Flacks, imprenditore anglo-americano noto per operazioni di risanamento aziendale, non ha dubbi: “Noi vogliamo farlo crescere. Il nostro piano prevede 8.500 lavoratori”. Una dichiarazione che prova a rassicurare su uno dei nodi più delicati della trattativa, ovvero l’impatto occupazionale.
L’offerta del fondo è simbolica dal punto di vista economico – 1 euro per l’acquisto degli asset – ma poggia su un impegno finanziario di grande portata: circa 5 miliardi di euro necessari al risanamento strutturale e impiantistico del polo siderurgico. Flacks sostiene di aver già ottenuto il sostegno finanziario di istituti italiani e statunitensi disposti a sostenere il progetto.
Il piano prevede inoltre la permanenza dello Stato con una quota del 40%, che il fondo potrebbe rilevare in futuro pagando tra 500 milioni e 1 miliardo di euro. In prospettiva, la produzione di acciaio verrebbe riportata a 4 milioni di tonnellate annue, raddoppiando il livello attuale di un impianto che oggi vede attivo un solo altoforno e registra perdite stimate in 1 milione di euro al giorno.
Flacks insiste sull’unicità dell’impianto tarantino: “Non si può costruire un’acciaieria di queste dimensioni”, afferma, riconoscendo nel porto e nella forza-lavoro qualificata due asset strategici per il rilancio.
I rappresentanti del fondo sono stati a Taranto a fine novembre per una visita tecnica agli impianti. A supporto dell’operazione è stata coinvolta Steel Business Europe, società consulente specializzata nel settore siderurgico.
Resta ora da capire come si muoverà l’altro soggetto in gara, il fondo americano Bedrock Industries, che secondo indiscrezioni presenterebbe un piano industriale con riduzioni significative dell’organico.
La scelta finale sul futuro dell’ex Ilva è nelle mani del governo, chiamato a individuare la proposta più solida per garantire continuità produttiva, sostenibilità ambientale e tutela dell’occupazione in un sito strategico per l’economia nazionale.
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