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Sanità

Stato di agitazione per gli autisti delle ambulanze della Asl Taranto

Ugl Salute denuncia mancati riconoscimenti economici, spostamenti ingiustificati e violazioni contrattuali. Avviata la procedura di conciliazione

Ambulanze del 118 - archivio

Ambulanze del 118 - archivio

TARANTO - La UGL Salute di Taranto ha proclamato lo stato di agitazione dei dipendenti della ASL Taranto, con particolare riferimento agli Operatori Tecnici Specializzati (OTS) impiegati nei servizi di trasporto sanitario, tra cui autisti di ambulanze e operatori autoemoteca.

La decisione, annunciata dal segretario provinciale Errica Telmo, arriva dopo mesi di segnalazioni rimaste senza risposta da parte del management aziendale. Nel mirino, i ripetuti spostamenti di personale tra diversi centri di costo – dal Pronto Soccorso alla Direzione Medica fino alla Direzione Amministrativa – avvenuti senza comunicazioni ufficiali, in violazione del CCNL Sanità.

“Si tratta di personale strategico, che garantisce servizi essenziali inseriti nei LEA e che spesso opera ben oltre i limiti di straordinario previsti, senza adeguati riconoscimenti economici”, ha dichiarato Telmo. Solo nel mese di aprile, alcuni lavoratori avevano già superato le 250 ore annue di straordinario, continuando comunque a garantire la raccolta sangue e il trasporto sanitario.

Il sindacato segnala inoltre il mancato pagamento degli straordinari, l’esclusione dai premi Covid, la negazione delle indennità di pronto soccorso previste per legge e il mancato riconoscimento dei buoni pasto e delle spese di vitto. Tutti elementi che, secondo UGL Salute, determinano una grave disparità rispetto ai colleghi di altre realtà regionali e nazionali.

Il 3 settembre l’organizzazione sindacale ha formalmente avviato la procedura di raffreddamento e conciliazione prevista dalla legge 146 del 1990, coinvolgendo Prefettura, Commissione di Garanzia, Regione Puglia e vertici della ASL Taranto.

“La richiesta è semplice – ha concluso Telmo –: restituire gli operatori alla loro collocazione originaria al Pronto Soccorso, garantire i diritti contrattuali e porre fine a discriminazioni economiche e funzionali. In caso contrario, siamo pronti a utilizzare tutte le forme di mobilitazione previste dalla legge per tutelare la dignità di questi lavoratori”.

La UGL Salute resta ora in attesa della convocazione per l’avvio della procedura conciliativa, chiedendo alle istituzioni di affrontare con urgenza una situazione definita ormai insostenibile.

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