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Brindisi

Archiviata l’inchiesta per disastro ambientale legata alle denunce dei cittadini

Dal 2013 al 2017 decine di esposti su malattie e decessi legati all’inquinamento della zona industriale. Il tribunale respinge le opposizioni all’archiviazione, ma restano riconoscimenti civili e studi epidemiologici

Avvocati

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BRINDISI - La giudice per le indagini preliminari del tribunale di Brindisi, Barbara Nestore, ha disposto l’archiviazione dell’inchiesta avviata oltre dieci anni fa per presunto disastro ambientale nell’area industriale della città. L’indagine era nata a seguito degli esposti presentati da numerosi cittadini tra il 2013 e il 2017. Molti di loro, residenti nei quartieri vicini agli insediamenti produttivi, avevano denunciato di aver contratto malattie che ritenevano legate all’inquinamento. Tra i casi segnalati figurano anche decessi attribuiti a patologie gravi come la leucemia.

Gli esposti erano stati depositati non solo da persone malate ma anche da familiari di vittime e da associazioni impegnate sul fronte ambientale. L’inchiesta, condotta a carico di ignoti, aveva preso in esame varie ipotesi di reato, dal disastro ambientale colposo all’omicidio colposo, fino alle lesioni personali gravi colpose. Alcuni cittadini hanno tentato di opporsi alla richiesta di archiviazione, ma il tribunale ha respinto le loro istanze, chiudendo così la vicenda giudiziaria in sede penale.

A sottolineare la portata della decisione sono stati gli avvocati Giovanni Brigante e Simona Ermanno, che rappresentano diversi residenti colpiti da patologie. “Nonostante non si siano celebrati processi penali – hanno dichiarato – sono stati numerosissimi i casi di riconoscimento di malattia professionale e i risarcimenti ottenuti nelle cause civili”.

Gli stessi legali hanno aggiunto che le indagini, pur non avendo portato a processi e condanne, hanno avuto il merito di attirare l’attenzione dell’opinione pubblica sui rischi sanitari legati a una industrializzazione priva di controlli adeguati. L’inchiesta ha infatti contribuito a stimolare diversi studi epidemiologici, a partire da quello condotto dal dottor Forestiere nel 2017, che si è inserito in un filone di ricerche avviato già dalla metà degli anni ’90. Queste analisi hanno cercato di mettere in relazione, con criteri sempre più scientificamente fondati, i danni alla salute dei cittadini e le emissioni prodotte dagli impianti industriali della zona.

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