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Taranto

PeaceLink ricorda Martin Luther King: “Siamo figli del suo sogno, lottiamo contro il razzismo ambientale”

Alessandro Marescotti richiama il valore del discorso del 1963 e lo lega alle battaglie per l’uguaglianza e la giustizia ambientale in una città ferita dall’inquinamento e dalla malattia

Martin Luther King - foto da Fattiperlastoria.it

Martin Luther King - foto da Fattiperlastoria.it

TARANTO - Il 28 agosto 1963 Martin Luther King pronunciava a Washington il suo discorso più celebre, quel “I have a dream” che avrebbe segnato la storia dei diritti civili e acceso le speranze di un’intera generazione. A distanza di 62 anni, quelle parole risuonano ancora a Taranto, dove la voce di chi invoca uguaglianza e giustizia trova eco nelle lotte ambientali.

A sottolinearlo è Alessandro Marescotti, presidente di PeaceLink, che in una nota ricorda come l’eredità di King continui a ispirare attivisti e cittadini di tutto il mondo. “Generazioni di donne e uomini – osserva – non si arrendono davanti a chi dice che l’impegno non serve a nulla. Lottano per il principio di uguaglianza, come ci ricorda Amnesty International”.

Per Taranto, aggiunge Marescotti, il messaggio del leader afroamericano assume un significato particolare. “Noi non siamo considerati uguali agli altri – afferma –. Abbiamo conosciuto le ferite della discriminazione: la politica ha spesso prodotto norme pensate per neutralizzare la magistratura che aveva cercato di difendere la nostra comunità. È lo stesso meccanismo con cui negli Stati Uniti si varavano leggi che negavano ai neri i diritti riconosciuti ai bianchi”.

Marescotti definisce questa condizione “razzismo ambientale”, richiamando il legame ideale con King: “Noi siamo figli del suo sogno. Lottiamo per un mondo in cui Nord e Sud siano davvero uguali e in cui donne, uomini e bambini possano vivere senza il timore della malattia. A Taranto la ‘lotteria del cancro’ colpisce ogni giorno tra 2 e 3 persone. Il nostro sogno è liberarci da questa paura, mentre il potere politico continua a proiettare incertezza sul nostro futuro e sul nostro presente”.

La riflessione si chiude con un avvertimento: “Ai tempi di King molti ritenevano normale ciò che era in realtà abominevole, accettandolo passivamente. Questa rassegnazione è la vera sciagura dell’umanità. Finché un giorno le persone non si mettono in marcia e scoprono di avere un sogno: vivere felici ed esigere uguaglianza”.

“Oggi – conclude Marescotti – ricordiamo Martin Luther King come nostro maestro di lotta nonviolenta, esempio per chi continua a battersi per l’uguaglianza e la giustizia ambientale”.

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