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Taranto

Ex Ilva, “No a ogni accordo che mantenga l’attuale modello industriale”

Mirko Di Bello critica il mancato Consiglio monotematico prima dell’incontro al Ministero. “Decisioni prese lontano da Taranto e fuori dal perimetro della democrazia”

Mirko Di Bello

Mirko Di Bello

TARANTO - Contrarietà netta a qualsiasi accordo che preveda la continuità dell’attuale assetto industriale dell’ex Ilva. È la posizione ribadita dal consigliere comunale Mirko Di Bello (Italia Oltre), che ha contestato la scelta di non convocare un Consiglio comunale monotematico l’11 agosto, alla vigilia dell’incontro del 12 con il ministro Adolfo Urso, definito “giorno della verità e della responsabilità” per la città.

Secondo Di Bello, la massima assise cittadina avrebbe dovuto riunirsi prima del vertice romano per consentire a Taranto di esprimersi ufficialmente davanti alla comunità. “Invece – ha osservato – si è preferito rinviare, temporeggiare ed evitare il confronto politico”.

Il consigliere ha denunciato come “le decisioni cruciali per il destino e l’identità della città vengano assunte lontano dallo sguardo della comunità e fuori dal perimetro democratico”, privando i cittadini di trasparenza e partecipazione. La linea di Italia Oltre è chiara: no a fonti inquinanti, sì a un modello alternativo basato su bonifiche, sviluppo del porto, turismo e valorizzazione del patrimonio storico e culturale.

La posizione è stata rafforzata dalla notizia del sequestro di 700.000 metri quadrati di area ex Ilva, per un valore di circa 1 milione di euro, dove sarebbero presenti 5 milioni di tonnellate di rifiuti industriali, anche pericolosi, tra cui fanghi di acciaieria. “Un segnale – ha detto Di Bello – di come l’inquinamento incontrollato continui a devastare il territorio, simbolo di un sistema industriale che ha condannato Taranto a un destino che non merita e non accetta più”.

Per il consigliere, proseguire su questa strada sarebbe “un errore storico” e il dibattito sul futuro dell’area industriale non può essere confinato a incontri riservati o a comunicazioni a mezzo stampa. “Ogni decisione sul modello di sviluppo – ha concluso – deve passare dal Consiglio comunale. Taranto deve essere protagonista del proprio futuro, non spettatrice silenziosa di scelte calate dall’alto”.

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