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Taranto
16 Maggio 2025 - 06:43
Adolfo Urso
TARANTO - Un duro affondo quello del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, che ieri mattina da Fabriano, in provincia di Ancona, ha parlato di una “gravissima anomalia istituzionale” a proposito del sequestro dell’altoforno 1 dell’ex Ilva di Taranto, deciso dalla magistratura nelle scorse ore.
Secondo Urso, la Procura avrebbe diffuso informazioni non veritiere, smentite da atti ufficiali ora resi pubblici. In particolare, il ministro ha contestato la ricostruzione secondo cui non sarebbe mai stata richiesta alcuna misura urgente per salvaguardare l’impianto, affermando invece che le richieste risultano depositate fin dal primo momento.
“Parliamo di un impianto strategico per il sistema industriale nazionale” ha sottolineato il ministro, spiegando che la mancata autorizzazione agli interventi tecnici indicati come indispensabili avrebbe ora provocato danni potenzialmente irreversibili alla struttura. “L’altoforno è ormai compromesso” ha dichiarato con tono allarmato.
Urso ha evidenziato come le segnalazioni dei tecnici dell’impianto, ignorate nella fase di sequestro, fossero finalizzate ad evitare il collasso dell’infrastruttura, mentre una nota ufficiale della Procura, secondo il ministro, ha negato che fossero state presentate richieste in tal senso. “Una contraddizione inaccettabile”, ha affermato con fermezza.
La vicenda rischia di avere conseguenze pesantissime sull’intero settore siderurgico, con ripercussioni occupazionali drammatiche, ha aggiunto il titolare del dicastero, facendo appello alla collaborazione tra le istituzioni.
“Serve responsabilità, serve trasparenza. Quanto accaduto a Taranto deve essere un campanello d’allarme: senza cooperazione tra poteri dello Stato, non è possibile né rilanciare l’industria né tutelare l’interesse nazionale”, ha concluso Urso.
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