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Bari

Xylella, al via il piano per la rigenerazione dell’olivicoltura pugliese

Nuove risorse per il recupero delle aree colpite. Coldiretti: "Interventi urgenti per fermare l’emergenza"

Un ulivo colpito dalla xylella

Un ulivo colpito dalla xylella

BARI - Parte il percorso per un nuovo piano pluriennale destinato alla ricostruzione del patrimonio olivicolo pugliese devastato dalla Xylella. A differenza del primo intervento da 300 milioni di euro, questa nuova strategia sarà frutto di un coordinamento tra più ministeri, coinvolgendo Agricoltura, Ambiente, Turismo, Sviluppo Economico, Salute, Ricerca, oltre al commissario per l’acqua.

L’annuncio è arrivato direttamente dal ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, e dal sottosegretario Patrizio La Pietra, nel corso di un incontro con 150 agricoltori pugliesi riuniti a Roma presso la sede di Coldiretti, alla presenza del presidente nazionale Ettore Prandini e del presidente di Unaprol, David Granieri.

L'incontro a Roma sulla Xylella

L'incontro a Roma sulla Xylella

Ancora esclusi 115mila ettari: serve un secondo piano

Secondo Coldiretti Puglia, il primo piano non ha coperto tutte le aree colpite: 115mila ettari di uliveti danneggiati sono rimasti fuori dagli interventi previsti, rendendo necessaria un’azione urgente. Fondamentale sarà il sostegno alla ricerca e il coinvolgimento attivo delle istituzioni regionali, nazionali ed europee, affinché si adottino misure rapide e concrete.

"La Xylella non è solo un problema pugliese, ma una minaccia nazionale ed europea", ha dichiarato il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia. "Se l’epidemia continuerà ad avanzare, l’impatto sarà devastante non solo per la produzione di olio, ma anche per l’economia, il turismo e il paesaggio della nostra regione".

Il fronte dell’infezione si è già spostato a nord, con un’espansione che rende urgente l’eradicazione delle piante infette e l’attivazione di fondi per il reimpianto e la diversificazione agricola. Tuttavia, il primo piano di rigenerazione è rimasto bloccato dalla burocrazia, con appena 20,5 milioni di euro effettivamente spesi, una cifra irrisoria rispetto alle necessità.

L'incontro a Roma sulla Xylella

L'incontro a Roma sulla Xylella

Nasce il polo "Anti-Xylella" per il recupero dell’olivicoltura

Per accelerare la ripresa del settore, Coldiretti ha creato un polo specialistico "Anti-Xylella", in collaborazione con Unaprol e CAI, con l’obiettivo di ricostruire la più grande filiera olivicola del Sud Italia. Il progetto supporterà le aziende nella realizzazione di nuovi impianti con varietà di ulivi resistenti, tra cui Lecciana, Leccio del Corno, Leccino e FS17, con tecniche di gestione moderne ed efficienti.

"Abbiamo perso 21 milioni di alberi", ha sottolineato il direttore di Coldiretti Puglia, Pietro Piccioni, "ma finora ne sono stati reimpiantati solo 3 milioni, appena il 14 percento. Serve una strategia efficace per fornire piante certificate, macchinari per la lavorazione del terreno e consulenza tecnica per il recupero degli impianti".

Oltre alla fornitura di nuove piante, il polo offrirà assistenza agronomica e fitopatologica, strumenti per la gestione del suolo e supporto nell’accesso ai finanziamenti pubblici e privati.

Monitoraggio e ricerca per bloccare l’avanzata del batterio

Con l’epidemia che ha raggiunto la provincia di Bari, la lotta alla Xylella passa attraverso un monitoraggio costante del territorio, con prelievi e analisi di laboratorio per individuare i focolai nelle fasi iniziali.

"L’unico modo per contenere il contagio è un controllo rigoroso e interventi tempestivi", ha ribadito Coldiretti Puglia. "La rimozione delle piante infette e il contrasto ai vettori del batterio sono essenziali per proteggere le zone ancora indenni della Puglia e delle regioni vicine".

In questa direzione, un ruolo chiave sarà giocato dalle tecnologie innovative, come i sistemi di monitoraggio da remoto, che permettono una sorveglianza più rapida ed efficace.

La battaglia contro la Xylella, dunque, è ancora lunga, ma il secondo piano di rigenerazione potrebbe rappresentare una svolta decisiva per il futuro dell’olivicoltura pugliese.

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