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Il Siderurgico
12 Febbraio 2025 - 12:00
Acciaierie d'Italia - dal sito internet di Cimolai
L'associazione PeaceLink ha inviato - su richiesta della Commissione 9 del Senato (Industria, Commercio, Turismo, Agricoltura e Produzione Agroalimentare) - un dettagliato documento di osservazioni critiche sul Decreto-Legge 3/2025, attualmente in fase di esame in vista della conversione in legge. "Il decreto prevede uno stanziamento fino a 400 milioni di euro per Acciaierie d'Italia, sottraendo risorse originariamente destinate alla bonifica ambientale del sito ex Ilva di Taranto", dice l'associazione.
PeaceLink, si legge in una nota, sottolinea come il decreto sia in aperto contrasto con il principio comunitario "chi inquina paga", destinando a finalità produttive fondi che dovrebbero essere esclusivamente impiegati per la decontaminazione e il risanamento ambientale. L'associazione ribadisce che il ricorso a queste risorse "costituisce una grave sottrazione di fondi destinati alla tutela della salute dei cittadini, minacciati da decenni di inquinamento industriale". L'analisi di PeaceLink evidenzia inoltre che il finanziamento ad Acciaierie d'Italia "rischia di perpetuare l'emergenza ambientale e sanitaria di Taranto, privando la comunità delle risorse necessarie per una transizione economica sostenibile. Le alternative esistono e sono chiaramente delineate negli obiettivi dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, ma il governo continua a ignorarle in favore di un'industria in costante crisi finanziaria".
Oltre alla questione dei fondi, PeaceLink denuncia quella che ritiene "la scarsa efficacia delle norme introdotte dal governo sulla Valutazione del Danno Sanitario per l'Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) dell'Ilva. La recente sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea ha imposto criteri più rigorosi per la protezione della salute pubblica, ma il decreto limita drasticamente il ruolo dell'Istituto Superiore di Sanità, escludendo i lavoratori dalla valutazione e prevedendo tempi inadeguati per l'analisi del rischio sanitario.
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