«Il Governo intende riportare l’Ilva a quello che era quando era competitiva, era la più grande acciaieria d’Europa, non possiamo permetterci che non produca ai livelli a cui è capace di fare, a cui produce anche oggi». Parole di Mario Draghi - come riportate dall’agenzia Ansa - pronunciate dal premier nel corso del suo intervento in occasione della firma a Palazzo Chigi dei primi protocolli per i “progetti bandiera” del Pnrr con le Regioni. Parole che come è inevitabile impattano anche sulla campagna elettorale per le amministrative nel capoluogo ionico, a pochi giorni dal voto. Soprattutto quando il forte vento risolleva su Taranto polvere dell’area industriale e polemiche social, come accaduto l’8 giugno. EMILIANO: «C’È L’IMPEGNO SULLA DECARBONIZZAZIONE» Lo ha capito subito Michele Emiliano, che quanto dichiarato da Draghi avrebbe avuto una eco più che notevole. Il presidente della Regione Puglia guarda con la massima attenzione alle elezioni nella seconda città pugliese. E allora il governatore lasciando Palazzo Chigi ha posto l’accento su un altro aspetto: «Il presidente del Consiglio ha preso un impegno sulla decarbonizzazione dell’Ilva attraverso l’individuazione del polo tecnologico dell’idrogeno a Taranto e per noi è una cosa di grande conforto. E’ chiaro che è solo all’inizio, le somme necessarie a realizzare questo obiettivo non sono ancora state messe a disposizione, ma l’impegno politico del presidente Draghi è stato netto e siamo molto soddisfatti per questo impegno». Quello della Puglia «è un progetto molto ambizioso, molto complesso, quindi noi consideriamo la disponibilità del governo a sostenere il progetto della Regione Puglia come strategico non per la Puglia, ma per l’Italia» ha detto Emiliano nel suo intervento alla cerimonia di firma dei primi Protocolli di Intesa con sei Regioni per l’avvio dei cosiddetti “progetti bandiera” del Pnrr, il piano di ripresa e resilienza chiamato a ridisegnare l’Italia post-Covid. «La Puglia è la prima produttrice italiana di energie da fonti rinnovabili. Abbiamo dato la piena disponibilità al Governo di varare ulteriori impianti anche off shore per ad aumentare questa capacità produttiva e questa è un’opportunità. Abbiamo altresì alcune minacce che derivano dalla necessità di trasformazione tecnologica della più grande acciaieria d’Europa e quindi abbiamo candidato Taranto ad essere il polo, se possibile nazionale, per la sperimentazione delle tecnologie che consentiranno di usare l’idrogeno anche nella fase industriale dell’acciaio», ha spiegato Emiliano. ...MA CALENDA LO SMENTISCE Ad attaccare il presidente pugliese è Carlo Calenda. Sempre attivissimo su Twitter, il leader di Azione ed ex ministro per lo Sviluppo economico con un cinguettio posta le parole di Draghi e di Emiliano e aggiunge: «Queste dichiarazioni sono incompatibili. Se Ilva deve tornare a essere la prima in Ue lo potrà fare solo mantenendo la produzione a carbone (e applicando le prescrizioni ambientali fatte per la gara sarebbe anche la più green). Come al solito Emiliano sente ciò che vuole». ESULTA FORZA ITALIA Per bocca del commissario regionale, l’on. Mauro D’Attis, Forza Italia accoglie positivamente il rilancio auspicato da Draghi. «Sul futuro dell’ex Ilva non possono esserci compromessi e, perciò, apprendiamo con soddisfazione le parole del presidente presidente Draghi in perfetta coerenza con quanto Forza Italia sostiene da anni e che il presidente Tajani ha ribadito anche recentemente. L’ex Ilva deve tornare ad essere il più importante stabilimento siderurgico d’Europa e deve farlo oggi in modo sostenibile, con opere di bonifica e di ambientalizzazione in grado di tutelare la salute dei cittadini e l’ambiente. Le risorse ci sono sia per la decarbonizzazione sia per le bonifiche ambientali: il momento è quello giusto. In un clima di grande confusione (o convenienza) politica, le parole chiare e determinate del premier, per noi, sono una garanzia per il futuro di Taranto e della Puglia. Infatti, il Pd di Boccia e Melucci cambia idea a seconda di dove si trova: a Taranto, si sostiene la chiusura dello stabilimento e a Roma, invece, si punta ad altro; per non parlare dei grillini, che immaginavano “prati verdi” al posto del sito (sic!). Forza Italia, invece, ha da sempre un’idea chiara e netta: Taranto ha pagato un prezzo elevatissimo ed ora merita di avere un’industria a pieno regime, di nuovo centrale a livello internazionale, che produca nel rispetto della salute delle persone e del territorio» dice D’Attis. Per FI, «L’ex Ilva, in un sistema efficiente e moderno, è una delle sfide più importanti per il nostro Paese e significa chiudere anche la pagina della cassa integrazione per i lavoratori e della profonda crisi delle aziende dell’indotto. Non ci si può allontanare da questa impostazione per il bene di Taranto e di tutta la Regione: quindi, prendiamo atto con favore della condivisione da parte del governo della linea proposta da sempre da Forza Italia». In area centrodestra, l’arrivo in Puglia il 10 giugno del ministro leghista Giancarlo Giorgetti per la chiusura della campagna elettorale a Bitonto ha alimentato le voci (non confermate) di una “incursione” anche a Taranto, con un possibile sopralluogo presso Acciaierie d’Italia. LA RABBIA DEI VERDI A sinistra è rabbiosa la reazione dei Verdi. «A Taranto abbiamo spiegato di aver depositato un’interrogazione parlamentare, a cui seguirà un esposto, sui livelli di inquinamento ambientale di sostanze cancerogene nel quartiere Tamburi e nell’area dello stabilimento Ex Ilva» hanno dichiarato Rosa Menga e Cristian Romaniello, deputati di Europa Verde, e Fulvia Gravame, componente della direzione nazionale di EV e candidata consigliera per la città di Taranto durante una conferenza stampa. «Proprio mentre siamo qui, a sostegno della lista di Europa Verde e del candidato Sindaco Melucci, che ha firmato l’ordinanza di chiusura dell’area a caldo dell’Ilva, leggiamo le parole allarmanti di Draghi che, con dichiarazioni propagandistiche, prosegue nella narrativa di questo Governo nel voler rendere l’acciaieria di Taranto la più grande d’Europa. Ci chiediamo come possa questo Governo continuare ad ignorare le grida d’aiuto dei cittadini di Taranto che chiedono che sia rispettato il loro diritto alla salute e alla vita, che non è compatibile con la logica del profitto che Draghi continua a perseguire» hanno proseguito gli esponenti green. «Invitiamo Draghi a venire a visitare Taranto e allo stesso tempo gli chiediamo come pensa di sostenere questo rilancio dell’acciaieria. Ricordiamo al premier che lo stabilimento è già in deficit e perde fino a 100 milioni al mese. Puntare sul rilancio piuttosto che sulla riconversione è anacronistico e pericoloso. Il premier preferisce il profitto o la salute dei bambini?» concludono Mega, Romaniello e Gravame. Critiche vengono anche dal deputato tarantino Giovanni Vianello (Alt), della X Commissione Attività Produttive: «Si continua a parlare di rilancio di produzione ma non si risolvono i problemi sanitari e ambientali, ritornano puntualmente le dichiarazioni sulle nuove produzioni a idrogeno ma ad oggi non esistono tecnologie per quantitativi pari a 8 mln di tonnellate annue di acciaio mentre per i pochissimi casi sperimentali esistenti al mondo per produzioni molto più piccole i costi d’esercizio non sono sostenibili». LA POSIZIONE DEL PD E il Partito Democratico? «Grande felicità per la firma del Protocollo di Intesa che sancisce l’avvio del progetto bandiera presentato dalla Regione Puglia per fare di Taranto la città dell’Idrogeno. In questi anni abbiamo lavorato tanto con la Regione e il sindaco Melucci per Taranto e per la Puglia, per restituirle tutto ciò che le è stato tolto. Lo abbiamo fatto semplicemente ricominciando a valorizzare le sue inestimabili bellezze e le grandissime potenzialità che ha, non solo sotto il profilo turistico. Liberare Taranto dall’inquinamento massivo che ha gravemente danneggiato l’ambiente, la salute dei suoi cittadini e l’immagine della città deve andare di pari passo con la realizzazione di una prospettiva di sviluppo vera, fondata sulla sostenibilità e sulla diversificazione» ha dichiara Ubaldo Pagano, deputato pugliese e capogruppo Pd in Commissione Bilancio a Montecitorio. «Sono molto soddisfatto dall’accordo perché è il coronamento di un percorso che è iniziato poco più di un anno fa, quando ho proposto e ottenuto che nel Pnrr fosse presente nero su bianco l’idea di legare il futuro industriale della città di Taranto alla ricerca, allo sviluppo e all’utilizzo dell’idrogeno come fonte energetica. Oggi la Puglia è sempre più fondamentale dal punto di vista energetico per tutto il Paese, alle prese con la crisi delle fonti energetiche primarie. Produciamo molta più energia pulita rispetto al nostro fabbisogno, siamo un punto di approdo cruciale per l’importazione di gas e da oggi possiamo guardare al futuro dell’idrogeno come una nuova prospettiva per la nostra terra. Una prospettiva, frutto del grande lavoro di squadra fatto negli ultimi anni con l’amministrazione Melucci, che può e deve favorire la transizione ecologica degli stabilimenti siderurgici di Taranto, affinché la decarbonizzazione diventi presto una realtà». Così Pagano. Per il commissario del Pd ionico, Antonio Misiani, «si va costruendo una realtà attorno ad una visione del futuro di Taranto che tiene tutto insieme: la decarbonizzazione della fabbrica, con l’obiettivo di una reale sostenibilità ambientale e sociale, e la costruzione di una diversa prospettiva economica facendo leva sui tanti progetti finanziati e in via di realizzazione e sulla straordinaria bellezza della città. Con Enrico Letta abbiamo avuto modo di ammirare Taranto dal mare ed è innegabile che una importante parte di futuro passa proprio da qui». «Taranto – conclude Misiani – è naturalmente candidata a diventare il luogo simbolo in Italia e in Europa di un nuovo modello di sviluppo, che attraverso la transizione ecologica attua una vera e propria rivoluzione culturale e sociale, ponendo fine alla drammatica scelta tra lavoro e salute. Interprete di questa nuova stagione non può che essere Rinaldo Melucci, che ha già dimostrato con le scelte e i progetti realizzati o avviati in questi anni, qual è la sua idea di sviluppo per questa terra». SINDACATI SEMPRE IN TRINCEA. CONVOCATO IL “TAVOLO” Chi resta in trincea sono i sindacati. Il 15 giugno è previsto il coordinamento nazionale delle Rsu Acciaierie d’Italia: i segretari generali di Fim, Fiom e Uilm, Roberto Benaglia, Michele De Palma e Rocco Palombella saranno nello stabilimento tarantino. Per il 22 giugno invece il ministro per lo Sviluppo Economico Giorgetti ha convocato il Tavolo sull’ex Ilva: All’incontro sono stati invitati azienda, sindacati, le regioni Puglia, Piemonte e Liguria, l’agenzia Invitalia ed il ministero del Lavoro.
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