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Disastro meteoclimatico
07 Novembre 2023 - 11:22
La situazione meteoclimatica che interessa tutto il pianeta e in particolare il bacino del
Mediterraneo, preoccupa non solo gli scienziati, ma anche i semplici cittadini, in particolare gli agricoltori che ne subiscono direttamente gli effetti a causa dei cambiamenti climatici. Il nostro Paese, a differenza delle altre nazioni europee, è come un’isola circondata dal mare e, quindi, maggiormente soggetta alle interazioni tra mare e atmosfera che possono, come accaduto mesi fa tra la Grecia e la Turchia, innescare veri e proprie “tempeste tropicali”.
Oltre a ciò la permanenza di temperature elevate anomale sull’entroterra europeo e in
particolare sul nostro Paese, possono, quando si scontrano con perturbazioni provenienti dal nord Atlantico, scatenare disastri meteorologici come appena avvenuto in Toscana.
La fragilità del nostro territorio facilita, in caso di eventi meteo estremi, frane e dissesti idrogeologici importanti. E' necessario porgere una particolare attenzione sulla salute delle persone degli animali, minacciati da improvvisi fenomeni meteoclimatici come violenti nubifragi, prolungate siccità e “bolle di calore”, nonché dalla presenza di insetti alieni che possono veicolare batteri e virus letali. Già nel 2013 le varie commissioni europee sulla salute e sull’ambiente avevano previsto quanto fin qui accennato, per cui prima del 2014 avevano raccomandato ai propri membri EU di adottare sistemi di prevenzione e di difesa dagli effetti determinati da eventi meteo estremi. Questo è oggi conosciuto con l'acronimo SNACC, ossia Strategia Nazionale Adattamento ai cambiamenti climatici. In Italia il primo comune che si è "attrezzato" in tempo è stato Ancona, adottando il PNACC, ossia il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici.
Non servono altre leggi, non serve invocare la nascita di altri “carrozzoni” di prevenzione climatica, non servono altri convegni. Gli strumenti esistono già, basta metterli in atto. Ad esempio nella procedura del PNACC sono considerati vari elementi che vanno dallo studio dell’eccesivo riscaldamento del Mediterraneo che può attivare uragani e tempeste “tropicali”, come abbiamo già visto, ad altri fenomeni meteoclimatici estremi come lunghi periodi siccitosi e bolle prolungate di calore.
All'inizio degli anni '90 l'IPCC ( Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico), ai fini di contrastare il riscaldamento globale della Terra, aveva individuato tre passaggi fondamentali: l'informazione capillare, la mitigazione climatica e, ultima ratio, l'adattabilità ai cambiamenti. Ebbene l'informazione ormai ha raggiunto il suo scopo, mentre la mitigazione è ormai sfuggita di mano, infatti se oggi cessassimo d i immettere gas serra in atmosfera, la macchina del clima terrestre non risponderebbe più, ormai si autoalimenta, per cui l’aumento della temperatura è ormai inarrestabile. Allora non resta che adattarci a quello che verrà. Da qui l'esigenza di progettare e realizzare piani di difesa per ogni città dagli inevitabili fenomeni meteo estremi (PNACC).
La Protezione Civile è certamente utile negli interventi dopo un disastro, ma più importante è
prevenire i disastri e questo non solo per i danni economici che la ngià difficile situazione finanziaria del nostro Paese non potrebbe ulteriormente sopportare, ma soprattutto per danni a cose e a persone. Pertanto il gruppo scientifico di Ecoitaliasolidale, dopo tre anni di studio e ricerche, ha studiato una nuova figura professionale, quella dell’Assistente Climatico Ambientale (Asca).
E' questa una figura professionale che sta nascendo in molti Paesi occidentali. Si tratta di operatori capaci di individuare eventuali criticità delle città nei confronti di fenomeni meteo estremi. L’ASCA non deve essere inteso come un sostituto della protezione civile, ma come un professionista indipendente capace di prevenire e affrontare il problema della mitigazione climatica, della difesa da eventi meteo estremi e dalla conservazione dell’ambiente naturale a 360 gradi, il tutto a beneficio e sostegno delle amministrazioni comunali del nostro Paese.
Ecoitaliasolidale, pertanto con la collaborazione del Dipartimento di Chimica dell’Università La Sapienza di Roma, dell’EURISPES, nonché di 2 importanti sindacati nazionali ha elaborato e sperimentato un corso specifico per diventare Assistenti Climatici e Ambientali.
Un modo questo di fare concretezza e non perdere altro tempo in progetti fumosi e promesse
sulla carta; un contributo serio contro le avversità meteoclimatiche ormai innescate dal cambiamento climatici in atto su tutto il pianeta.
Anche con l’Università della Tuscia, si è progettato un percorso formativo che dovrà
affiancarsi a quello della Sapienza.
Questa nuova figura professionale dovrebbe assistere tutti i comuni italiani. In tutto questo si è calcolato che per l’talia servirebbero non meno di 20mila unità, mentre per l’EU ne servirebbero almeno 200mila unità .
Al momento dalla Sapienza Università di Roma, Dipartimento di chimica, sono stati formati 42 esperti, i quali a loro volta possono già collaborare con le amministrazioni pubbliche territoriali.
Il primo compito di questi ASCA dovrà essere quello di creare un centro, un Focal Point, una
rete con tutti i comuni italiani attraverso un portale ed un centro scientifico e medico operativo.
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Testata: Buonasera
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