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Lecce
02 Dicembre 2025 - 10:03
LECCE - La quarta edizione dello Yeast Photo Festival chiude con un bilancio che supera le 20 mila presenze, rafforzando il ruolo della fotografia come motore del nuovo turismo culturale nel Salento. L’edizione intitolata “(N)ever Enough”, inaugurata lo scorso 25 settembre, ha coinvolto 6 comuni, 9 location e un pubblico eterogeneo che ha seguito i 14 progetti fotografici disseminati tra Matino, Lecce, Gallipoli, Castrignano de’ Greci, Galatina e Masseria Le Stanzìe a Supersano. Più di 100 bambini hanno partecipato alle attività didattiche dedicate.
Il festival ha portato la fotografia dentro palazzi storici, frantoi ipogei, musei civici e spazi aperti, trasformando per settimane il territorio in una piattaforma culturale diffusa. I co-direttori Veronica Nicolardi e Flavio&Frank sottolineano come la presenza di importanti autori, tra cui Martin Parr, abbia ampliato la portata internazionale dell’evento, mentre la scelta di aumentare le sedi espositive nei borghi salentini ha rafforzato un modello che unisce arte, comunità e paesaggio. “I risultati di quest’anno – osservano – dimostrano che un festival può essere strumento di valorizzazione territoriale e catalizzatore di un turismo sostenibile, rispettoso dei luoghi e delle persone”.
I progetti ospitati hanno indagato temi globali e sensibilità differenti. A Matino, negli spazi del Palazzo marchesale del Tufo, Martin Parr ha presentato “Snack It!”, una personale caratterizzata dal suo sguardo ironico sulla società dei consumi, anticipata dalle gigantografie allestite sulle mura di Gallipoli. Accanto a questa visione pungente, il lavoro “Preservation” di Blake Little ha immerso i corpi nel miele trasformando l’immagine fotografica in una meditazione sulla fragilità e sulla memoria.
Il tema della diaspora è stato esplorato da Hiền Hoàng con “Across the Ocean”, un racconto tra performance e ricordi familiari che indaga le identità cresciute tra più culture. Con “One Third”, Klaus Pichler ha portato attenzione sullo spreco alimentare globale, mentre Ivor Prickett in “War on the Nile – Fragmented Sudan” ha documentato una crisi umanitaria ignorata, mostrando come la fame continui a essere utilizzata come arma di guerra.
Uno sguardo rigenerativo è arrivato da “I N S C T S” di Umberto Diecinove, dedicato all’allevamento di insetti in chiave ecologica e politica. “A Natural Order” di Lucas Foglia ha invece raccontato la vita off-grid delle comunità che scelgono autonomia e autosufficienza. Nel progetto di Sara Scanderebech, il paesaggio salentino è stato indagato come archivio di segni da decifrare, mentre Dániel Szalai con “Unleash Your Herd’s Potential” ha esplorato il rapporto tra tecnologia e mondo animale. In “The Island Within the Island”, Melissa Carnemolla ha mostrato la Sicilia sud-orientale come territorio complesso, attraversato da legalità, lavoro e sfruttamento.
La dimensione intima della memoria è stata al centro del progetto di Sara Lepore, “Ingrediente pentru un tort de miere cu dragoste”, un viaggio nelle genealogie familiari nato da un equivoco linguistico. A Galatina, il duo Flavio&Frank ha presentato “Buone mani”, dedicato alla trasmissione dei saperi artigianali come patrimonio vivente delle comunità.
Dopo il successo di questa edizione, Yeast Photo Festival tornerà a settembre 2026 con la quinta edizione, confermando il Salento come uno dei territori più vivaci del Mediterraneo per la fotografia contemporanea.
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